Relazione tra l'educazione dei figli ed i delitti commessi da questi ultimi
Cassazione civile, Sez. III, 28 agosto 2009, n.18804 - Avv. Valter Marchetti
Fatto.
I genitori di un giovane ucciso da un minorenne dopo una provocazione, avanzano richiesta di risarcimento del danno subito a causa della grave perdita del figlio. Dopo la condanna, i genitori dell'autore del delitto avevano fatto istanza di riduzione della somma da pagare per il detto risarcimento, deducendo di avere impartito al proprio figlio una sana e corretta educazione.
I Giudici di legittimità
La sentenza n.18804 del 2009 mette in luce un aspetto molto importante in quanto i giudici della terza sezione civile osservano che il fatto che l'autore del delitto era in prossimità della maggiore età, non è motivo per escludere che il suo comportamento “ abbia manifestato un fallimento educativo”, in particolare - sottolinea la Suprema Corte - in ordine alla concreta capacità di frenare i propri istinti o comunque di incanalarli in modalità espressive meno gravi e violente. Anzi, proprio queste reazioni appena descritte, secondo i Giudici della Cassazione, sembrano essere conseguenza degli stessi comportamenti dei genitori del giovane autore del delitto. In particolare, proprio la figura del padre, “ unitamente all'atteggiarsi del contesto sociale cui la famiglia si trovava a vivere”, avrebbe condizionato la sensibilità del minore “nelle sue corde profonde e meno controllabili”.
L'educazione è fatta anche di comportamenti e di presenza accanto ai figli.
I Giudici della terza sezione civile evidenziano, altresì, come “'educazione è fatta non solo di parole, ma anche e soprattutto di comportamenti e di presenza accanto ai figli, a fronte di circostanze che essi possono non essere in grado di capire o di affrontare equilibratamente”.
Avv. Valter Marchetti
LaPrevidenza.it, 15/09/2009