Diritto degli enti di ricerca: Lo spin-off da ricerca secondo l'ordinamento italiano
Maurizio Danza - Arbitro regionale pubblico impiego
La
definizione di spin-off,termine di derivazione anglosassone,per quanto concerne
la ricerca scientifica è rinvenibile nel piano nazionale della ricerca
predisposto dal MIUR per il triennio 2011-2013 che lo definisce come “ nuova
impresa creata per commercializzare le conoscenze e le capacità di un’unità di
ricerca di un università o di un impresa”( cfr. pg.132 PNR 2011-2013). Tale
istituto rappresenta sostanzialmente una nuova tipologia finalizzata a
valorizzare, da un punto di vista economico i risultati della ricerca, che
consiste nella nascita di nuove imprese promosse da membri della comunità
accademica che attraverso tale strumento, conferiscono una concreta attuazione
ai risultati della loro attività di ricerca e studio. Analizzando da un punto
di vista terminologico e definitorio l’istituto, si rileva come la
letteratura scientifica registri un
ampia gamma di posizioni in merito alla definizione di spin-off accademico e
persino sul “nomen” attribuito al
fenomeno che viene spesso definito come spin-off da ricerca, spin-out, spin-off
accademico. Soffermandosi sul concetto più generale, appare abbastanza
condivisa la definizione di spin-off, “quale processo attraverso il quale si
costituisce una nuova impresa autonoma in cui siano coinvolti soggetti che
lavorano o hanno lavorato presso un’altra organizzazione”.In merito poi
alle differenze con lo” spin off aziendale”,lo spin-off accademico se ne distingue ,sia in relazione alla
provenienza dei soggetti che promuovono l’iniziativa imprenditoriale che
gravitano negli ambienti tipici della ricerca ( università ed enti di ricerca)
,nonchè per le funzioni da questi ricoperte (, ricercatori, dottorandi o
dottori di ricerca, personale tecnico o professori, studenti universitari);
infine altra differenza è rilevabile dall’analisi dell’iniziativa promossa che
è del tutto peculiare rispetto allo spin-off aziendale. Secondo alcuni autori, le imprese spin-off da
ricerca possono essere definite come “quelle realtà imprenditoriali nate per
gemmazione da ambienti accademici o istituzioni pubbliche di ricerca, che si
creano quando un gruppo di ricercatori si distacca da una determinata
organizzazione pubblica di ricerca per costituire un nucleo imprenditoriale
indipendente.” Lo spin-off da ricerca,
aldilà delle diverse definizioni, si concretizza in un processo in cui il
know-how di soggetti, appartenenti a vario titolo alla comunità accademica e
scientifica, è tutelato e valorizzato attraverso una nuova impresa creata su
iniziativa dei ricercatori che assumono quindi, un ruolo imprenditoriale.
Quanto all’aspetto squisitamente normativo, i regolamenti attualmente in vigore
definiscono tre diverse tipologie di spin-off: gli spin-off universitari , posti in essere esclusivamente dalle università, nella forma di società per
azioni o a responsabilità limitata alle quali l'Università partecipa in qualità
di socio; spin-off accademici che consistono invece, in società per
azioni o a responsabilità limitata nella quale l'Università non vanta quote di
partecipazione; società di alta tecnologia regolate dal D.lgs. 27 luglio 1999
n. 297 ( Riordino della disciplina e snellimento delle procedure per il
sostegno della ricerca scientifica e tecnologica, per la diffusione delle
tecnologie, per la mobilità dei ricercatori) e dal decreto ministeriale 8
agosto 2000 n. 593 ( modalità procedurali per la concessione delle agevolazioni
di cui al D. lgs. 27 luglio 1999, n. 297 ). Di particolare interesse il recente programma UNISPIN, sostenuto dal programma di innovazione
della Comunità, che mira a promuovere programmi di "spin-off"
regionali per sostenere la creazione di imprese spin-off da università, altri
istituti di istruzione superiore e laboratori di ricerca. Tale programma ha l'obiettivo di promuovere le imprese
nuove, il lavoro autonomo, la diversificazione economica e di trasferimento
tecnologico nelle regioni interessate. società
di spin-off, noto anche come "campus companies", sviluppati da
università e istituti di ricerca hanno dimostrato di avere un grande impatto
sul strutture industriali e l'occupazione di alcune regioni. Queste società sono solitamente a base
tecnologica e innovativa, e come tali, hanno un forte effetto sullo sviluppo
economico. Il programma è aperto a
tutte le istituzioni dell'UE, come le università, gli enti locali e regionali, agenzie
di sviluppo, le imprese e i centri di innovazione e camere di commercio, e un
numero limitato di paesi dell'Europa centrale e orientale.
Maurizio Danza
(Maurizio Danza)
LaPrevidenza.it, 08/08/2013