Nel 2008 blocco della perequazione delle pensioni di importo mensile lordo superiore ad euro 3.542,88. Un provvedimento privo di ragionevolezza e fortemente lesivo dei diritti costituzionalmente garantiti
Dr. Fernando Sacco
La perequazione automatica delle pensioni è lo strumento, previsto nel nostro ordinamento, che consente, con cadenza annuale ed in favore della generalità dei pensionati, l’adeguamento dei trattamenti pensionistici dei settori pubblico e privato alle variazioni del costo della vita con l’obiettivo di tutelarne, nel tempo e per quanto possibile, il potere di acquisto corroso da processi inflazionistici comportanti un aumento continuo e generalizzato del livello dei prezzi dei beni e servizi destinati al consumo delle famiglie. Nel 2008 le pensioni INPS e quelle INPDAP di importo mensile lordo superiore ad euro 3.542,88 (pari ad otto volte il trattamento minino INPS), pur in presenza di un consistente incremento del costo della vita (+1,7 per cento rispetto all’anno precedente), non sono state rivalutate. A disporre in tal senso è l’art. 1, comma 19, della legge 24 dicembre 2007 n° 247. Il mancato adeguamento del trattamento pensionistico in godimento nel 2008 alle variazioni del costo della vita, per i pensionati interessati, ha comportato un “danno” di rilevante portata. Danno che, va detto subito, non si limita al solo 2008, ma che si protrae nel tempo. Nel 2008 l’ISTAT, come già rilevato, ha accertato una variazione del costo della vita pari all’1,7 per cento. A fronte, pertanto, di una pensione di importo mensile lordo di quattro mila euro (di poco superiore al limite indicato dal legislatore) la perdita “secca” che il titolare della stessa ha subito è di circa 800 euro annue (62 euro al mese). Nel 2009 la percentuale di variazione del costo della vita accertata dall’ISTAT è pari a + 3,2 per cento....
Dr. Fernando Sacco
LaPrevidenza.it, 24/10/2010