Danni da morte - Apprezzabile lasso di tempo - Ventiquattrore - Sussistenza - Incoscienza - Risarcimento - Legittimita' - Danno tanatologico (o da morte immediata) - Insussistenza [art. 2059 c.c.; artt. 2-32 Cost.]
Cass. Civ., sez. III, 19 ottobre 2007, n. 21976
In tema di danno biologico iure successionis, la sopravvivenza per ventiquattr'ore è in astratto idonea a configurare un tal tipo di danno.
Tale danno può essere configurato anche se la vittima è priva di coscienza.
Non può esistere un danno tanatologico risarcibile (danno da morte immediata) e, in ogni caso, non potrebbe essere cumulabile con altri danni terminali (biologico e morale).
La S.C., ribadendo un suo costante orientamento, afferma che la vittima consegue il diritto al risarcimento del danno biologico e del danno morale soggettivo ccdd. terminali in tutti i casi il cui fra il fatto che ha provocato le lesioni e il decesso sia intercorso un apprezzabile lasso di tempo (V. Cass. Civ., sez. III, 1 dicembre 2003, n. 18305).
Per la Corte, in particolare, la sopravvivenza per ventiquattr'ore � in astratto idonea a configurare il c.d. danno biologico terminale, onde il giudice del merito valuterà se detto periodo di tempo sia sufficiente ad integrare l'oggettiva configurabilità in capo al danneggiato delle menomazioni dell'integrità fisica in cui si concretizza il danno biologico, ovvero l'acquisizione al patrimonio del diritto al risarcimento di un danno trasmissibile agli eredi.
La S.C. precisa, inoltre, che il danno biologico, quale lesione dell'interesse costituzionalmente garantito (art. 32 Cost.) all' integrità fisica e psichica della persona �� presente ugualmente sia che la vittima abbia coscienza della lesione, sia che non l'abbia e, quanto al danno morale, che quel turbamento ingiusto dello stato d'animo che dia luogo al danno comprende anche le sofferenze fisiche e morali sopportate dalla vittima in stato di incoscienza. (V anche Cass. Civ., sez. III, 24 maggio 2001, n. 7075).
Nello stesso senso, si vedano anche, Cassazione civile 18163/2007 e Cassazione civile 6946/2007.
(Avv. Tiziana Cantarella
LaPrevidenza.it, 12/11/2007