Non basta il ricarico medio ponderato a far presumere maggiori ricavi, in caso di accertamento induttivo
Nota a Cassazione Civ., Sez. Trib., 9.11.2008, n. 27453 - Daniele Iarussi
L’accertamento induttivo del reddito di una società può legittimamente effettuarsi sulla base dell'applicazione della percentuale media ponderata di ricarico ricavata, con conseguente spostamento sul contribuente dell'onere probatorio di dimostrare che il reddito non contabilizzato presunto sulla base di tale percentuale di ricarico non esiste o esiste in misura inferiore?
In materia di accertamento del reddito di una società, ed in particolare di accertamento induttivo, si segnala Tributaria, la quale osserva, in primo luogo, che la presunzione di maggiori ricavi non trova adeguata giustificazione nel calcolo di una diversa percentuale di ricarico, sia pure condotto attraverso l'esame minuzioso e distinto dei prezzi di acquisto e di vendita dei singoli tagli di carne e dei relativi scarti, per la mancanza di altri elementi indiziari concorrenti nello stesso senso, ed anzi per la presenza di elementi contrastanti, perturbatori del mercato (calo delle vendite determinato dall'allarme dei consumatori per un morbo che aveva colpito le specie bovine). In secondo luogo, Tributaria precisa che l'insufficienza dell'indizio utilizzato (percentuale di ricarico secondo una media ponderata), risulta inficiato anche dalla concorrenza di altro fattore di turbamento del mercato per cui, lungi dal ritenere raggiunta la prova (presuntiva) della pretesa, sarebbe credibile e verosimile la dichiarazione del contribuente.
(Daniele Iarussi)
LaPrevidenza.it, 12/12/2008