L'Utopia di un totalitarismo informatico
Globalizzazione - Scienza - Intelligenza artificiale
In un totalitarismo informatico?
Sergio Benedetto Sabetta
Nell'accelerazione avvenuta negli ultimi anni di una
globalizzazione informatica, si è aperto un dibattito tanto sulle
conseguenze ultime che sulle possibili manipolazioni che la crescente
tracciabilità comporta, tutte circostanze che vengono a riflettersi
anche sul mondo giuridico.
In quest'ultimo decennio siamo
entrati in quello che Sadin definisce come "l'era della misurabilità
della vita", la raccolta sempre più ampia e precisa dei dati riferita a
ciascun utilizzatore del sistema, l'inserimento di sensori in ogni
strumento di vita quotidiano (domotica), fa sì che si rafforzi una
visione del mondo fondata sulla necessità di colmare l'insufficienza
umana con l'Intelligenza Artificiale.
Questo permette di
trasportare la capacità critica dalle scienze umanistiche al campo
ideologico della rete, riducendo il tutto a valutazioni di sola
misurazione socio-ingegneristiche, la politica tende ad abdicare alla
forza della rete, sperando di trovare in essa le soluzioni per problemi
di cui il mondo informatico stesso ne è stato in parte fonte.
Vi è in essa una ideologia salvifica che viene bene ad intrecciarsi
con le considerazioni proprie dell'economia comportamentale, dobbiamo
considerare che vi sono attualmente tre condizioni basilari nella
strutturazione industriale: la formazione di banche dati
comportamentali, il sempre crescente peso della gestione algoritmica nei
rapporti sociali e la personalizzazione delle applicazioni con
il conseguente passaggio da un'utopia culturale e relazionale ad una
squisitamente economica (50, E. Sadin, La siliconizzazione del mondo,
Einaudi, 2018).
Si crea un legame continuo e diretto non
solo tra gli internanti ma bensì tra tutti gli utenti e il vertice del
sistema informatico, circostanza che permette di agire sulle coscienze,
imponendo una visione unitaria del mondo in termini prevalentemente
economici.
La capacità crescente dell'Intelligenza
Artificiale di " interpretare" il contesto e l'agire, fa crescere a sua
volta la potenziale sua " autonomia decisionale", a cui si affianca un
forte potere di "suggestione" nel formulare soluzioni accettabili, si ha
un progressivo "indirizzamento delle decisioni umane" (E. Sadin)
secondo modelli di informatica cognitiva, abdicando per tale via al
problematico rapporto tra libertà individuale e regolamentazione
collettiva.
La "gestione automatizzata del mondo" tende a
rendere superata la capacità critica a livello individuale, considerati
arcaici gli stessi sistemi informatici di analisi giuridica in termine
ristretto di filtro. Ormai si procede all'indirizzamento
morbido dell'agire umano secondo decisioni illuminate, il tutto
rifacendosi ai principi e alle analisi dell'economia comportamentale, vi
è per tale via la " disintegrazione delle responsabilità" (Sadin) quali
conseguenze di una serie di impercettibili processi
di governamentabilità.
La stessa emotività diventa oggetto
di analisi informatica e come tale viene progressivamente governata
dalle leggi della tecnologia, come del resto il tempo che diventa un
tempo reale ed eternamente attuale in cui vi è un permanente dominio
sulle cose.
La possibilità di ridurre tempo e spazio fanno
sì che, unendosi alla crescente elaborazione sulla tracciabilità dei
dati in tempo reale, si avveri la teoria della "spinta gentile" ultima
frontiera dell'economia comportamentale, questo tuttavia non esclude la
sempre ricorrente tentazione di imporre autoritativamente
eventuali tipologie di consumo.
Il diritto viene a sfumare
nell'estendersi del mondo digitale, nel crescere dello spazio e nella
rapidità di un tempo sempre presente, come la privacy che
incipiente nelle dimensioni minori si perde nell'immensità della
globalizzazione e nella rapidità della sua rotazione.
Il
tecno liberismo trasferisce nel privato parti crescenti del settore
pubblico proprie dello Stato sociale, come del resto riduce
progressivamente gli spazi del privato in favore del mercato, in una
identificazione tra individuo, cittadino e consumatore (Morozov).
Nella "sharing economy" la codificazione di diritti/doveri
derivante dal rapporto personale viene sostituita dalla reputazione, la
piattaforma tecnologica risulta qualcosa di immateriale che mette
semplicemente in contatto potenziali clienti del cui agire non ne
risponde, sarà direttamente il mercato a punire gli inaffidabili in
quanto "nella battaglia tra giustizia e innovazione, è
sempre quest'ultima a vincere" (19, E. Morozoi, Silicon Valley: I
signori del silicio, Codice ed., 2017).
I dati personali
possono diventare merce di scambio non solo tra singoli e società
commerciali, ma anche tra pubblico e privato nella fornitura di servizi a
costi zero, basti pensare al caso Boston.
Il concetto
stesso di proprietà, così come inteso normalmente, viene contestato in
nome di una maggiore efficienza derivante dalle enormi possibilità
di una condivisione commerciale propria di una società dei servizi,
globale e perennemente interconnessa, dove vi è uno sfruttamento
continuo e capillare del bene, a prescindere da qualsiasi risvolto
psicologico, questo tuttavia viene a riproporre per alcuni, quali Posner
e Weyl , nuove forme di regolamentazione di cui garanti dovranno porsi
gli stessi Stati.
Secondo l'economia comportamentale i
nostri comportamenti, le nostre decisioni economiche, sono per lo più
irrazionali, ne deriva la necessità di una crescente informazione
personalizzata, di cui tuttavia si rischia l'irrigidimento per
il fenomeno del problem closure (chiusura del problema), ossia
l'inquadramento precedente di un problema diventa causa
dell'inquadramento di un successivo problema.
La
possibilità della rilevabilità e tracciabilità ha indotto a teorizzare
in termini politici una "regolamentazione algoritmica" della
quotidianità, quale nuova tipologia di governance che venga a sostituire
mediante un continuo feedback la semplice "regolamentazione giuridica".
Si ha quindi quale beneficio una reazione in tempo reale rispetto
alla rigidità della regolamentazione classica, oltre che un risparmio
sui costi derivanti sui necessari successivi controlli, si ha una
inversione nella relazione causa/effetti in cui, come osserva Agamben,
invece di governare le cause si cerca di governare più semplicemente gli
effetti, in una crescente verifica e controllo.
O'Reilly
predice una riduzione della quantità regolamentativa in funzione di una
crescente supervisione sugli esiti desiderati, si ha quindi un
cambiamento di prospettiva dello Stato, il quale tende tra l'altro a
liberarsi del peso del Welfare, spostandone il peso sul privato e
riprogrammandosi in termini di controllo, mediante un quotidiano
feedback agevolato da sensori e app, dove i database
sono inter-operativi e i dati ricavati analizzabili ed economicamente
vendibili sul mercato. Vi è in questo tuttavia una forte
asimmetria, se i singoli diventano sempre più "visibili" e quindi anche
economicamente controllabili, i controllori e utilizzatori del sistema
acquistano da parte loro una iper-invisibilità, con la conseguente
riduzione di una capacità di controllo democratico, passando dalla
politica alle semplici transazioni commerciali.
La
regolamentazione perde la propria funzione rispetto ad un
sistema dominato dalla crescente sharing economy, la quale permette tra
l'altro lo spostamento della responsabilità sui singoli, riducendo la
presenza del welfare e favorendo al contempo le politiche di austerity.
La regolamentazione avviene all'interno del sistema stesso
mediante l'introduzione di sempre nuovi software, evitando le costose e
sempre successive procedure giuridiche di regolamentazione, che tra
l'altro soffrono di costosi e continui blocchi ed eterni contenziosi, si
acquista quindi una ulteriore efficienza dovuta alla fluidità del
sistema, continuamente ricalibrato e potenziato.
Si è
pensato di sostituire leggi e regolamenti con i principi della
"spinta gentile" propri della economia comportamentale, ma non vi è mai
stata né una volontà né tanto meno vi è la possibilità di superare
integralmente il sistema di divieti ed obblighi, necessari al
funzionamento ordinato delle relazioni sociali.
Come
osserva Thaler, una cosa è abrogare integralmente il
sistema regolamentare, un'altra cosa è influenzare le scelte per un
migliore benessere lasciando comunque la decisione ultima al singolo.
In una società a complessità crescente il principio dell'economia
classica delle scelte razionali risulta una pia illusione, rimanendo il
diritto di scegliere crescono gli errori per incompetenza, è necessario
facilitare la scelta delle decisioni migliori.
Vari
ostacoli si frappongono tra la necessità ed una scelta razionale,
in particolare: l'inerzia, l'avversione alla perdita e la distorsione
nella percezione del tempo nel rapporto presente/futuro, a questo sono
da aggiungersi le distorsioni derivanti dal sistema normativo.
Non dobbiamo comunque dimenticare che "Le imprese e i governi mossi
da cattive intenzioni possono usare i risultati delle scienze
comportamentali a loro proprio vantaggio, a spese delle persone che sono
state spinte ad agire contro il proprio interesse". (411, R.H. Thaber,
Misbehaving, Einaudi, 2018), a cui possiamo aggiungere in una mancanza
di equilibrio tra pubblico e privato.
Principio
fondamentale della Scuola di Chicago è la "sovranità del consumatore",
secondo cui questi sceglierà sempre razionalmente, rendendo superato
qualsiasi limite esterno imposto alla razionalità.
L'economia comportamentale smonta questo presupposto
teorico, dimostrando le distorsioni cognitive nel valutare ed attribuire
il valore, così come nel considerare i costi di transazione.
In mancanza di costi o quando questi sono bassi le risorse andranno
dove il loro uso crea un maggiore valore (Teorema di Coase), il sistema
giuridico quindi non finirà per decidere quali attività economiche
potranno realizzarsi, bensì solo sulla distribuzione dei pagamenti.
Anche la stessa misurazione può dare luogo a sopravvalutazioni,
circostanza che coinvolge anche gli apparati amministrativi nelle
distorsioni valutative ed errori sistematici, fattore che induce alla
prudenza tanto nell'imporre regolativamente che nell'accompagnare
secondo il modello della "spinta gentile".
Vi è pertanto
la necessità di sottoporre a test le idee prima di spingerle e di non
sottovalutare le percentuali modeste, se si rapporta alle dimensioni
delle poste in gioco, né il valore monetario può essere l'unico elemento
motivante essendo differente percentualmente da persona a persona.
Si pensa che di fronte a decisioni di particolare valore prevale
la razionalità, una tesi più volte smentita dai fatti ma anche da
recenti studi ( Foottball e Giochi televisivi, 331 364, R.H. Thaler,
cit.), gli aspetti comportamentali continueranno ad esistere e saranno
causa, nel loro sommarsi, delle ricorrenti crisi.
La mano
invisibile del mercato, secondo l'economia classica, appare solo
in termini macro, quando l'insieme dei comportamenti, che nel loro
sommarsi hanno provocato la crisi, verranno corretti dalla razionalità
della valutazione critica.
Nella capacità del pensiero critico intervengono dei Bias cognitivi che possono essere descritti e divisi per categorie:
FRAMING
Pregiudizio di conferma ( Confirmation Bias) , cercare le
sole conferme alle proprie convinzioni tralasciando i fatti che le
contraddicono;
Errori di attribuzione ( Fundamental attribution
error) , tendenza di attribuire il comportamento di una persona alle
sue caratteristiche piuttosto che alla situazione in cui agisce;
Favoritismo di gruppo ( in group Bias) , tendenza a favorire le
persone del proprio gruppo anziché esterne, indipendentemente dalle
caratteristiche oggettive del soggetto;
Correlazione illusoria (Illusory Correlation), tendenza ad associare due cose anche se tra loro non i è relazione;
Effetto "senno del poi" ( Hindsight Bias) , tendenza delle persone a
credere che avrebbero potuto prevedere un evento dopo che è accaduto.
COSTO
Effetto dotazione ( Endowment Effect), tendenza a dare alle cose
possedute un valore superiore a quello che si avrebbe dato se non le si
possedeva, ne risulta che si paga un prezzo superiore per il
mantenimento di un bene piuttosto che comprarlo a prezzo minore da un
estraneo.
RAPPRESENTATIVITA'
Fallacia della
Congiunzione ( Conjunction Bias) , per l'accadimento di un evento si
ritiene necessario il realizzarsi contemporaneamente di due o più
circostanze, incompatibilità delle euristiche con la logica ( Kahneman);
Fallacia del Giocatore ( Ganbler's Fallacy) , il credere che eventi
passati possano influire su eventi futuri nell'ambito di molti giochi
d'azzardo.
DESIDERIO
Fallacia della mano calda (
Hot-Hand Fallacy) , il credere che avere avuto successo casualmente in
un evento si possa replicare in futuro;
Effetto Alone ( Halo
Effect) , tendenza a dare una valutazione basandosi su poche indizi
estendendo la valutazione sull'intero ambito o persona; Effetto Mera
Esposizione ( Mere Exposure Effect) , tendenza ad essere attratti
da cose o persone già viste piuttosto che altre sconosciute.
Quanto sopra risiede in un pensiero intuitivo di natura euristica (
frame) che permette di interpretare rapidamente le nuove informazioni
risparmiando tempo e sforzi, esso non fruisce del pensiero razionale.
Bateson ha dimostrato che non vi è comunicazione, verbale o non
verbale, senza un messaggio meta comunicativo che spieghi quale frame
interpretativo da impiegare, si deve considerare che costruire e
distribuire conoscenza o ignoranza implica una relazione di potere non
solo in termini politici ma anche economici.
L'ignoranza
può avvenire o come stato nativo, o come disattenzione, infine come
stratagemma strategico creato e mantenuto da terzi (Proctor), in
questo ultimo caso può assumere la forma della :
- Distorsione;
- Incompletezza;
- Confusione;
- Inaccuratezza;
- Incertezza;
- Assenza;
questo
avviene più facilmente con il sostegno degli esperti, in particolare
dei centri di ricerca, e dei giornalisti che ne diffondono il pensiero.
Stocking e Holstein parlano di quattro categorie di giornalisti;
- Disseminatori, prendono le distanze dalle valutazioni di verità
riportando solo le opinioni degli esperti, politici,
imprenditori, lasciando la responsabilità della valutazione ai
lettori e quindi della scelta tra le varie valutazioni;
- Investigativi, che confrontano le asserzioni, rifacendosi a ricerche indipendenti;
- Populisti, enfatizzano le opinioni dei non esperti, usano
asserzioni neutre per fornire credibilità agli studi scientifici
manipolati; - Contrastanti, scettici verso qualsiasi asserzione,
anche se scientificamente approvata, in tal modo facilitano la
disinformazione.
Come si vede bene dissimulatori,
populisti e contrastanti facilitano la disinformazione, rendendo più
agevole nei fatti il suo uso strategico.
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Profilo Autore
(Sergio Benedetto Sabetta)
LaPrevidenza.it, 15/12/2023