venerdì, 06 dicembre 2024

Demografia e la trappola di Tucidide

Attualità

 

DEMOGRAFIA E LA TRAPPOLA DI TUCIDIDE

Sergio Benedetto Sabetta



La notizia che in Russia si sono introdotte nelle scuole esercitazioni per la formazione premilitare, anche inseguito alle esperienze della guerra in Ucraina, inducono ad alcune riflessioni.

La prima è relativa agli aspetti demografici che investono il globo, in particolare per quello che ci riguarda l'Europa.

Secondo Malthus è l'elemento demografico il più importante fattore per la guerra spingendo all'acquisizione di risorse circostanza che può risolversi in una ricerca di pura potenza.

Quando alla crescita demografica per un aumento delle nascite non si accompagna una parallela crescita economica, ma solo un miglioramento sanitario che riduce la mortalità infantile si creano le premesse per una "bomba demografica".

Cambiamenti climatici squilibri sociali sempre più rilevanti acquisizioni di nuove diete alimentari non confacenti al territorio, acuirsi di endemici conflitti tribali e compressione di minoranze, guerre e guerriglie economiche ed ideologiche, facilità di comunicazioni, interessi nella gestione dei flussi migratori, portano a spostamenti epocali e al sorgere di nuovi futuri conflitti con possibili ulteriori destabilizzazioni, come del resto teorizzato quali nuove forme di conflitti programmati e gestiti.

Anche il semplice declino demografico può essere causa di guerre, creando squilibri tra etnie, religioni e culture, secondo la logica della " Trappole di Tucidide " ( Allison).

Una bassa età mediana, un'alta fertilità che rimpiazzi le perdite accompagnata a una elevata mortalità, in particolare infantile, porta ad accettare più facilmente le conseguenze di una guerra.

Non solo le dinamiche in atto ma anche i sintomi e le previsioni di un calo demografico possono essere una delle cause di conflitti, che acquistano la funzione di aggressioni preventive per la stabilizzazione e l'affermazione della propria potenza.

La Cina ha introdotto il concetto di "demografia di qualità" un indicatore sulla situazione demografica collegato a livello di istruzione, un elemento fondamentale nella moderna geopolitica. Questo comporta la necessità per l'Europa e in particolare per l'Italia, esposta sul fronte mediterraneo ad una notevole immigrazione, a realizzare una integrazione non solo materiale ma innanzitutto culturale, oltre ad una formazione professionale intensiva e non esclusivamente assistenziale.

Dobbiamo considerare che nel 2100, secondo le stime dell'ONU, l'Europa subirà una diminuzione del 20% della propria popolazione e il doppio per la forza lavoro, come del resto la Russia che passerà a 106 milioni di abitanti dagli oltre 130 milioni attuali.

Con le guerre di massa del XX secolo, basate sulla coscrizione obbligatoria, le perdite sono maggiori rispetto agli eserciti professionali e di mercenari, venendo a colpire la parte migliore delle classi giovani, abituandoli alla violenza.

In Occidente solo gli USA a fine secolo manterranno una popolazione stabile sui 339 milioni di abitanti rispetto ai 336 milioni attuali (dati ONU), mentre emergeranno l'Asia e l'Africa con India, Nigeria, Pakistan, Indonesia, Etiopia, Egitto, Congo oltre naturalmente la conferma della Cina.

La Cina d'altronde dopo avere beneficiato del dividendo demografico che nel binomio bassa fecondità-elevata longevità ha determinato una crescita esponenziale, tale da insidiare la supremazia USA, rischia il pagamento di un blocco nella crescita per l'invecchiamento della popolazione.

Se si è in presenza del Lewis turning point, ossia della "Trappola del reddito medio" si è anche in presenza di una possibile inversa " Trappola di Tucidide", ossia della ritenuta necessità di raggiungere gli obiettivi geostrategici prima di una propria possibile contrazione sia economia che strategica.

Le tensioni che si manifestano nell'UE, come nelle recenti elezioni in Slovacchia, possono detonare con i problemi non governati dell'immigrazione, solo in un rapporto con gli USA si potranno controbilanciare le spinte esterne, dobbiamo al riguardo ricordare che alcune espansioni territoriali iniziali quali quelle dell'Impero romano della Russia o del Sacro Romano Impero Germanico degli Ottoni fu dovuto alla necessità di stabilizzare i territori di origine delle varie ondate migratorie.

Gli USA nel tentativo di mantenere il proprio primato mondiale in presenza del declinare demografico dell'Europa, estende le alleanze a nuovi stati asiatici quali Indonesia e Filippine, antagonisti alla Cina, da affiancare alle vecchie alleanze.

Se gli USA debbono proiettarsi verso il centro-sud America per stabilizzare i flussi migratori, l'Europa e in particolare l'Italia dovranno proiettarsi verso l'Africa e il Medio Oriente, facendo seguire ad una politica di contenimento forzato una di partnership economico per lo sviluppo, in modo da permettere la parabola demografica con il miglioramento del tenore di vita, una politica già seguita dall'ENI.

Si è osservato che a partire dal 2001, dando voce ai neoconservatori, gli USA non hanno più cercato di formare coalizioni ma più semplicemente delle "affiliazioni" con seguaci fedeli disposti semplicemente ad obbedire.

Michael Cox definisce una regola fondamentale dei rapporti internazionali, ossia che il concentrare apertamente il potere porta a un generico, pericoloso e costoso risentimento, si è quindi passati dalla " dottrina Bush" all' "America First" di Trump , attraverso i tentennamenti e le revisioni di Obama.


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Bibliografia

AA. VV., Popolazione e potere, Aspenia 2/2023;

Allison G., Destinati alla guerra, Fazi Ed. 2018;

Canfora L., Tucidide e il colpo di Stato, Il Mulino 2017;

Cox M. , Empire, Imperium and Bush doctrine, in " Review of International  Studies, Vol. 30, n.4, Cambridge University Press, 10/2004.

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Profilo autore

(Sergio Benedetto Sabetta)

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LaPrevidenza.it, 08/10/2023

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