sabato, 26 aprile 2025

Dal XIX al XXI secolo

Dallo Stato caserma alla Stato civile e ritorno nella pandemia

 

Vi è nella natura umana un susseguirsi di cicli storici che, quale spirale, si diffonde nel tempo.

Già a cavallo del XIX e XX secolo vi fu un dibattito tra pacifismo e militarismo partendo dal lungo periodo di pace goduto dall'Europa e dalla crescita del potere distruttivo delle nuove tecnologie.

La società di massa che si andava profilando esigeva d'altronde un esercito di massa, adatto alla distruzione di massa ed alla possibilità di resistere agli sconvolgimenti delle nuove armi, si introduceva così a fine secolo la coscrizione obbligatoria in tutta Europa, riprendendo l'esperienza della Rivoluzione francese e adattandola alla Rivoluzione industriale.

I risultati in termini organizzativi erano identici tra le due Rivoluzioni, l'inquadramento sociale quale necessità per la sopravvivenza della Nazione, in questo favorita dal nascere di nuove organizzazioni con strutture paramilitari, quali associazioni di tiro.

La coscrizione aveva funzioni ulteriori a quelle puramente militari, un avvicinare le masse educandole alla modernità e il creare una identità nazionale forte nella ricerca di una educazione civica.

Pacifisti e militaristi si affrontavano con le rispettive argomentazioni, gli uni evidenziando le sofferenze e le distruzioni che una moderna guerra avrebbe comportato, con il conseguente pericolo di disgregazione delle istituzioni, gli altri la necessità di preparare alla resistenza la Nazione, educandone le masse al contempo alle virtù civiche e alle esigenze della modernità.

Nel 1914 quello che sembrava improbabile accadde, se per alcuni era indesiderabile per altri era considerato auspicabile al fine di superare i vizi dell'individualismo moderno e l'incapacità di sacrificarsi per la collettività.

Si disgregarono antiche istituzioni e si misero in moto movimenti rivoluzionari nati dalla violenza di massa scatenata dalla guerra, nuove forze vennero a manifestarsi sul piano internazionale e all'interno degli Stati, mentre un'ondata di militarismo percorse il continente europeo.

Con l'apocalisse della Seconda Guerra mondiale l'Europa perde il primato mondiale e viene congelata in due blocchi, nell'equilibrio del fuoco nucleare, questo tuttavia favorisce la nascita e l'ascesa di quello che Sheehan definisce lo "Stato civile", concentrato sull'espansione economica, i commerci e il benessere dei propri cittadini, contrapposto al precedente "Stato caserma".  Vi è una progressiva perdita di rilievo degli aspetti autoritari e militari, con la rivolta antiautoritaria delle nuove generazioni e la dismissione degli imperi coloniali .

Il controllo degli equilibri geo-strategici viene lasciato alle due superpotenze e i conflitti militari si spostano, confinati in Asia e Africa.

Il crollo dell'Impero sovietico, l'apertura di Pechino, sebbene sotto controllo politico del partito comunista cinese, ai capitali occidentali, le privatizzazioni e il ritiro dello Stato dal pubblico in Occidente a partire dagli anni '80 del `900 appaiono confermare l'evoluzione antiautoritaria della società.

I conflitti balcanici con i massacri etnici della ex Jugoslavia degli anni '90, si riconducono all'arretratezza culturale delle popolazioni locali, quali residui storici del dominio ottomano.

Nel frattempo si portano avanti i progetti dell' U.E. e della moneta unica, sottovalutando l'incapacità di intervento della Comunità europea ai fini di una pacificazione, lasciando prevalentemente agli USA attraverso la NATO la direzione nel compito di un necessario intervento.

Con il nuovo millennio si consolidano le nuove potenze economiche e militari, in particolare la Cina, che ricercano propri spazi geo-politici e la competizione per le nuove fonti di materie prime, come le terre rare, si fa più intensa.

Si susseguano una serie di crisi economiche e finanziarie che evidenziano i diversi interessi nell' U.E., la Gran Bretagna esce dall' U. E. , mentre entrano, al fine di stabilizzarsi con una crescita economica, i paesi dell'Est ex comunisti.

Nuove emergenza si profilano, quali la crisi migratoria favorita dalla crescente instabilità di molti Stati arabi, vedesi la così detta "primavera araba", e dall'intervento contestato degli USA nella seconda guerra del Golfo che accentua l'instabilità nel Medio Oriente, mentre la Russia riacquista un proprio ruolo internazionale ad Est.

Si arriva così all'attuale pandemia che di fronte all'emergenza e alle tensioni economiche e strategiche che violentemente manifesta, accelerandole, pone il problema sia della leadership mondiale che del funzionamento dell'U. E. , accanto ad una forte caoticità interna alla Nazione, cartina di tornasole è la vicenda dei vaccini e la sua gestione.

La crescita di potere esponenziale delle grandi società informatiche pone l'U.E. di fronte alla sua dipendenza da società estere e centri di potere posti all'estero, così come si evidenzia l'ambiguità di una società fondata sulla sola crescita dell'uso del mezzo informatico, sia nell'educazione che nel commercio, senza gli opportuni contraltari.

Nuove forme di penetrazioni economico- strategiche vengono a manifestarsi, molto più sottili anche se all'inizio meno visibili, quali l'occupazione progressiva dei punti di rilevanza economica mediante semplici acquisizioni di proprietà o il lento inserimento di forti minoranze strettamente legate alle direttive della madrepatria.  Il venire meno della certezza di una libertà assoluta di movimento e consumo in continua crescita ha condotto all'incertezza e alla ricerca di una qualche sicurezza, la pandemia diventa a cento anni dalla Grande Guerra un nuovo confronto tra sistemi sociali ed economici, una nuova forma di guerra biologica come più volte sottolineato in cui vi saranno spostamenti di equilibri economici e sociali.

(Prof. Sergio Benedetto Sabetta)


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BIBLIOGRAFIA

J. J. Sheehan, L'età post-eroica, Laterza 2009;

J. Gooch, Soldati e borghesi nell'Europa moderna, Laterza 1982;

H. Arendt, Le origini del totalitarismo, Edizioni Comunità 1999;

P. Fussull, La Grande Guerra e la memoria moderna, IL Mulino 2000;

N. Naimark, La politica dell'odio, Laterza 2002;

P. Rosanvallon, La nuova questione sociale, Edizione Lavoro 1999.

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(Sergio Benedetto Sabetta)

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LaPrevidenza.it, 21/03/2021

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