Considerazioni sull'analisi d'impatto della regolamentazione (AIR) e della normativa. Modello Svizzero
Prof. Sergio Benedetto Sabetta
In Italia come in altre democrazie si verifica il fenomeno di una ipertrofia normativa, si cercano di eliminare i provvedimenti normativi e regolamentari ormai superati e in eccesso, come di limitare la loro produzione, ma le varie regole e istituzioni di semplificazione che si creano affondano in una enorme tela di Penelope, quello che si toglie è ricreato.
A riguardo in Svizzera , nel Cantone Ticino, prendendo spunto dal rapporto annuale sulla competitività pubblicato dal Forum Economico Mondiale (WEF), nella cui graduatoria la Confederazione è posta al primo posto delle economie più performanti al mondo, si sono osservate le problematiche create dalla burocrazia quale ostacolo non trascurabile all'attività economica.
Tutti i provvedimenti introdotti dal Consiglio federale per ridurre i "costi normativi" sono stati in gran parte vanificati per l'introduzione di innumerevoli nuove regolamentazioni, questo ha indotto il Parlamento ad adottare due mozioni le quali "incaricano il Consiglio federale di far esaminare sistematicamente da un servizio indipendente l'esattezza e la qualità dell'analisi d'impatto della regolamentazione. I vari costi generati da un progetto normativo dovranno essere calcolati sulla base di una procedura unitaria e illustrati in maniera standardizzata nei rapporti e messaggi del Consiglio federale. L'unico modo di garantire la realizzazione e l'esame dell'analisi di impatto della regolamentazione (AIR) consiste nell'introdurre un organo di controllo indipendente dall'Amministrazione [...] Attualmente il grande svantaggio è costituito dal fatto che nella pratica AIR sono condotte dall'autore della regolamentazione, il che causa un palese conflitto di interessi [...]
Il processo legislativo deve basarsi sistematicamente sul principio della compatibilità [...] " (JeaFrancois Rime, Co-presidente del FORUM PMI, un nuovo organo di controllo per lotta alla burocrazia, 164,Ticino Welcome, Dic. 2017 FEB, 2018).
In questa ottica l'organo di controllo sarà complementare agli organi del FORUM-PMI, che agisce nelle procedure di consultazione analizzando l'impatto delle regolamentazioni vigenti.
Medesimo problema si presenta in Italia dove vi è un proliferare di disposizioni legislative statali e regionali, nonché di regolamenti da parte di tutte le istituzioni, statali, regionali, locali ed autorità varie, né la semplificazione può avere effetto a fronte del moltiplicarsi per vari motivi ed interessi dell'attività normativa.
Necessita pertanto la creazione di un filtro che non può che essere esterno, come previsto nella confinante Svizzera, l'analisi di impatto della regolamentazione (AIR) non deve essere interno alla stessa autorità che norma, questo tanto a livello legislativo che regolamentare, un organo da affiancare agli Organi Interni di Valutazione (OIV) già previsti dal D.P.R. 9/5/2016, n. 105, art.6, comma 4.
Si può partire quindi dalla stessa autorità legislativa, la cui legislazione prima della firma presidenziale potrebbe essere filtrata ed esaminata da una commissione di economisti nominati dal Presidente della Repubblica e dal Presidente della Corte Costituzionale, la cui valutazione, puramente economica e fondata su parametri rigidi di sostenibilità finanziaria ed utilità economica, sarà alla base di un eventuale rimando alle Camere per un nuovo iter e approvazione a maggioranza qualificata, costringendo le Camere ad accompagnare le leggi con relazioni attente ai costi ed all'efficacia economica.
La valutazione sarà d'altronde , se trasmessa anche alla Corte Costituzionale, elemento di valutazione in un eventuale giudizio di costituzionalità, la costituzione di analoghe commissioni esterne a livello regionale potranno avvenire anche per tutte le altre autorità locali, mettendo finalmente un freno al diluvio e all'inefficienza economica che ne consegue, un recupero in termini economici e con funzioni allargate del vecchio CO. RE. CO., in una nuova composizione.
Vi è la necessità di una coscienza storica delle origini delle problematiche affrontate, in modo che si formi un legame causale con le valutazioni scientifiche tanto giuridiche che economiche e sociologiche, occorre a tal fine domandarsi cosa, come e perché un fatto accade, si rientra nel concetto di cultura quale tipologia di un comportamento diffuso ma anche di civiltà quale risultato globale dell'attività umana, in cui i fenomeni sociali vengono studiati anche su basi statistiche ed econometriche, secondo un concetto di lunga durata e non sui singoli eventi.
Interessarsi del tempo, delle strutture e dello spazio permette quindi l'analisi delle strutture collettive, costituendo la base di una qualsiasi valutazione economica e finanziaria, come nella storiografia a partire da quella economica è entrato l'orizzonte dello studio dei tempi lunghi, altrettanto deve avvenire per qualsiasi intervento normativo e regolativo, non potendo ridursi tutto all'azione delle lobby e degli interventi d'urgenza, né ci si può nascondere dietro la teoria dell'onnipotenza incontrollata del legislatore, causa di eccessi e premessa per molti futuri disastri.
Nelle scienze umanistiche, secondo la proposta della scuola di Annales sulla metodologia della ricerca storica, si rapporta tra la lunga durata dei processi complessi e la visione a breve dei fenomeni storici, dove sia la visione generale del processo che la consapevolezza del metodo adottato, nonché l'insieme dei valori a cui fare riferimento, costituiscono la tesi metodologica totalizzante del Brunner, in quanto autentiche condizioni materiali della vita umana.
Interessarsi del tempo nelle strutture e nello spazio è elemento costitutivo tanto della proiezione storica che giuridica, la norma puramente ridotta all'evento immediato, all'utile del breve, degrada la struttura sociale, impedendo il consolidarsi di una cultura omogenea che attraverso un comportamento collettivo crei la civiltà, quale risultato globale positivo dell'attività umana in cui l'aspetto soggettivo dell'azione umana si saldi positivamente all'oggettività dei risultati del suo operare.
Prof. Sergio Benedetto Sabetta
NOTA
- F. Braudel, La "lunga durata", in Scritti sulla storia, Milano, 1973;
- F. Chabord, Lezioni di metodo storico, Bari, 1969.
LaPrevidenza.it, 08/03/2018