Tipologie caratteriali e sindrome d'abbandono



Molti adulti vivono la paura di essere abbandonati e questa è così forte da non essere controllabile fino a regredire allo stadio di bambini impauriti, distruggendo i rapporti che creano in maniera inconscia obbligando i loro partners ad agire. L’unica cosa che ovviamente vorrebbero evitare è l’abbandono. Quante volte da piccoli si è sofferto per la mancanza di qualcuno, magari della madre che esce per andare a lavorare? Diverse ricerche e studi di psicologia hanno evidenziato che casi del genere, ad esempio, possono riaffiorare nella fase adulta.


L’”abbandono” é una “sindrome” che si palesa con una dinamica compulsiva, il soggetto che razionalmente sa che ciò che “sente” è distruttivo e senza senso ma, dal punto di vista emotivo, si trova costretto a vivere e ad agire senza che possa opporre la sua volontà.


Parliamo di persone che dimostrano, sotto altri profili, abilità e risultano totalmente affidabili, mentre sono pervase da paure, dubbi e insicurezze quando si innamorano.


Qualora ci si trovasse a sperimentare questa “sindrome” significa che sono presenti dei deficit nella struttura interna che lasciano trasparire un senso di precarietà nella predisposizione di supportarsi e di nutrirsi emotivamente – nella coppia – senza delegare ad altri questo compito.


La sensazione che provano le persone nella sindrome di abbandono è una vera e propria “fame” indotta dalla convinzione di non essere state soddisfatte dal punto di vista affettivo ed emotivo. Sintomi di una patologia che investe il senso di sé e della propria cura che, in tal guisa, li rende incapaci d’individuare quelle risorse personali; né possiedono il senso della “costanza oggettiva” che li renderebbe appagati sentendosi affettivamente nutriti anche quando l’altra persona è assente e non supporta fisicamente “come una madre”. Lo stato di continuità e la percezione di “poter contare” costituiscono la base indispensabile per strutturare un “mondo stabile interiore” che vada al di là della paura dell’abbandono, sulla solidità emotiva e sul senso di valore personale. Infatti è lo spauracchio di “restare soli” che genera la metamorfosi perché viene intesa come una vera e propria morte.


Tipologia di persone a prescindere dal sesso:


• individui sicuri (liberi/autonomi) hanno un’idea di sé e dell’altro positiva, sicuri di possedere un carattere amabile, consapevoli positivamente delle proprie capacità e in quelle degli altri, fiducia nell’aiuto degli altri, alto livello di partecipazione nelle relazioni ed equilibrio a livello cognitivo – affettivo.


• individui evitanti (distaccati/svalutanti) hanno un’idea di sé positiva e negativa dell’altro, insicurezza sul proprio modo di fare, comportamento evitante nella relazione per paura del rifiuto, cognizione preventiva del distacco, palesano una finta fiducia esclusiva in se stessi valutando l’altro poco affidabile e mostrando sicurezza. Svilimento dell’importanza delle relazioni per la propria autonomia, volontà e affermazione sociale. Le relazioni sono strutturate da sporadica o assenza di intimità, poco coinvolgimento emotivo e rifiuto di conflitti.


• individui ambivalenti (invischiati/preoccupati) hanno un’idea di sé negativa e positiva dell’altro, scarsa considerazione di sé non ritenendosi amabili, bassa autostima e timoroso del giudizio degli altri. Bramosi di compagnia, di continue attenzioni e rassicurazioni, iper necessità di intimità a tal punto da essere evitati. Instaurano storie sentimentali intrise da passione, rabbia, gelosia, ossessività. Eccessiva impulsività nell’esprimere le proprie emozioni per poter attuare il controllo sull’altro valutato inaffidabile.


• individui disorganizzati (non risolti) hanno un’idea di sé e dell’altro nefasta, tendenti al pessimismo, non concedono facilmente la fiducia, pervasi da insicurezze e incertezze verso se stessi e verso gli altri.


La risoluzione di questa patologia avviene mediante una terapia di sostegno e supporto fino a quando la persona individua, in maniera consapevole, dentro di sé le risorse necessarie per fronteggiare le dinamiche emotive che tanto gli fanno paura e da cui teme di essere sopraffatto.


Mariagabriella CORBI

Dottoressa in Scienze dell'educazione - Consulente dell'educazione familiare - Mediatrice Familiare