Invalidi civili, ciechi e sordi: ai fini del riconoscimento delle prestazioni non si considera il reddito della casa di abitazione
Inps, circolare 21.4.2017 n. 74
Con circolare 21.4.2017 n. 74 qui allegata l'Inps, anche in seguito
al recente consolidamento della giurisprudenza di cassazione ha mutato
il proprio orientamento circa la computabilità del reddito della casa di
abitazione al fine della concessione delle prestazioni indicate in
oggetto.
Per quanto sopra, a fare data del
1° gennaio 2017 tale reddito dovrà essere escluso ai fini del diritto
alle prestazioni indicate in oggetto con il conseguente abbandono di
eventuali procedimenti di indebito da parte dell'istituto anche a
seguito a ricostituzione di prestazioni.
(Giovanni Dami)
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Direzione Centrale sostegno alla non autosufficienza, invalidita' civile e altre prestazioni
Roma, 21/04/2017 Ai Dirigenti centrali e periferici Ai Responsabili delle Agenzie Ai Coordinatori generali, centrali e periferici dei Rami professionali Al Coordinatore generale Medico legale e Dirigenti Medici
Circolare n. 74 e, per conoscenza,
OGGETTO: Prestazioni di invalidità civile, cecità e sordità. Non computabilità del reddito da casa di abitazione SOMMARIO: Negli ultimi anni si è consolidato un orientamento giurisprudenziale in materia di requisiti reddituali con particolare riferimento al reddito della casa di abitazione che ha ribaltato i precedenti criteri utilizzati finora anche dall'Istituto. A far data dal 1° gennaio 2017, si dispone pertanto l'esclusione del reddito della casa di abitazione dal computo dei redditi ai fini della concessione delle prestazioni di invalidità civile, cecità e sordità.
Premessa L'art. 14 septies, commi 4 e 5, del decreto legge 30 dicembre 1979 n. 663, convertito in legge 29 febbraio 1980 n. 33, stabilisce che i redditi da prendere in considerazione ai fini della concessione delle prestazioni economiche di invalidità civile, cecità e sordità sono quelli calcolati agli effetti dell'IRPEF. Sono pertanto esclusi i redditi esenti. A tale riguardo l'Istituto, sulla scorta di alcune pronunce giurisprudenziali, ha finora considerato rilevante anche il reddito della casa di abitazione (messaggio n. 31976 del 21 settembre 2005). Infatti il reddito suddetto è assoggettato a IRPEF, salva la deducibilità al 100%.
Negli ultimi anni, tuttavia, si è consolidato un orientamento giurisprudenziale opposto.
Facendo leva sul combinato disposto degli articoli 12 della legge 30 marzo 1971 n. 118 e 26 della legge 30 aprile 1969 n. 153, la Corte di Cassazione ha infatti stabilito che il reddito della casa di abitazione debba considerarsi non influente ai fini del riconoscimento del diritto alle prestazioni di invalidità civile, cecità civile e sordità.
Con la presente circolare, si forniscono pertanto le istruzioni ai cittadini e alle sedi affinché tali nuove disposizioni siano rese operative.
1.
Il nuovo orientamento giurisprudenzialeA partire dal 2012, la Suprema Corte ha ribaltato il precedente orientamento sulla materia (tra le altre: ordinanza della Cass., Sez. lav., n. 4223/2012) fino a consolidarsi univocamente in senso contrario (sentenze nn. 5479/2012, 20387/2013, 9552/2014, 27381/2014, 14026/2016).
In particolare, secondo la Cassazione, le norme specifiche di riferimento sono costituite dall'art. 12 della legge 30 marzo 1971 n. 118 e dall'art. 26 della legge 30 aprile 1969 n. 153: la prima, per le condizioni economiche richieste per la concessione della pensione di inabilità, rinvia a quelle stabilite dalla seconda per il riconoscimento della pensione sociale ai cittadini ultrasessantacinquenni sprovvisti di reddito. Per quest'ultima prestazione la norma esclude dal computo del reddito gli assegni familiari e il reddito della casa di abitazione.
2.
Conseguenze sulla operatività delle sediStante l'applicabilità della normativa in materia di pensione sociale, ne consegue che dal computo del reddito ai fini del riconoscimento delle prestazioni di invalidità civile, cecità e sordità deve essere escluso quello della casa di abitazione. Allo stesso modo, tale reddito dovrà considerarsi escluso ai fini della maggiorazione sociale di cui all'articolo 70, comma 6 della legge 23/12/2000 n. 388 (cfr. Circolare 61/2001, par. 3.2.)
Attenendosi a tale nuovo orientamento e acquisito il parere favorevole dell'Ufficio legislativo del Ministero del Lavoro, si dispone pertanto l'esclusione del reddito della casa di abitazione dal computo dei redditi ai fini della concessione delle prestazioni di invalidità civile, cecità e sordità.
A tal fine, si è provveduto pertanto all'adeguamento delle procedure informatiche di calcolo, rendendo ininfluente il reddito dichiarato nel campo GP2KE, codice 18 (reddito casa di abitazione).
3.
Decorrenza e gestione degli indebitiCon decorrenza 1° gennaio 2017, il reddito da casa di abitazione è pertanto da considerarsi escluso ai fini del diritto alle prestazioni d'invalidità civile, cecità e sordità sia in fase di prima liquidazione che di ricostituzione di prestazione già esistente. Gli arretrati saranno riconosciuti con decorrenza dalla medesima data.
Qualora, pertanto, per le suddette domande, applicando il nuovo criterio di calcolo, la decorrenza della prestazione risulti essere anteriore al 1° gennaio 2017, non saranno riconosciuti gli arretrati anteriori alla suddetta data.
Nell'ipotesi in cui l'applicazione del vecchio computo abbia già generato degli importi indebiti per il periodo di competenza successivo al 1° gennaio 2017, si dovrà provvedere all'annullamento in autotutela degli stessi.
Ogni eventuale disposizione in contrasto con il contenuto della presente circolare deve ritenersi superata.
Il Direttore Generale
Gabriella Di Michele
LaPrevidenza.it, 27/04/2017